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Caro Nichi ti Scriviamo
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Caro Nichi ti Scriviamo
Caro Nichi,
siamo molto emozionati e curiosi all’idea di incontrarti e di parlare con te.
Ti scriviamo queste righe per presentarci e dirti qualcosa di noi.
Ci sentivamo dei binari interrotti.
Alcuni di noi avevano rimosso esperienze anche lunghe di impegno, relegate tra i ricordi di entusiasmi adolescenziali, si erano lasciati convincere da una trita e fuorviante retorica dell’adultità.
Altri avevano continuato, accompagnati però dall’amarezza di chi vive continue delusioni, di chi si scontra con le macchine arrugginite di una politica sempre meno capace di riflettere su se stessa.
Tanti non avevano mai smesso di impegnarsi quotidianamente sul lavoro: nelle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle cooperative, nel terzo settore, luoghi che la politica sembrava aver disertato.
Qualcuno aveva militato altrove, anche in terre politicamente lontane, qualcun altro è alla sua prima esperienza.
Non avevamo perso le parole, ma ne avevamo persa l’eco: ci eravamo abituati a pensare che il lavoro, l’ambiente, la giustizia sociale, la formazione e la ricerca, la cultura, le pari opportunità, fossero temi estromessi definitivamente dal linguaggio pubblico; erano rimasti nelle nostre case e di fronte alle nostre birre, in uno stanco e disilluso privato.
Ci siamo ritrovati, inizialmente confusi ma entusiasti, e abbiamo cominciato a ragionare insieme sulle “parole e le cose” di una politica nuova.
Per non fermarci ad analisi semplicistiche o ideologiche ci è sembrato prioritario superare i confini dello slogan, ricominciare a studiare per capire meglio, lavorare sui concetti espropriati o inariditi partendo dalle esperienze, dalle fatiche e dalle idee di chi tutti i giorni quei concetti li vive. Abbiamo chiamato i nostri momenti di riunione plenaria, dedicati a un primo scambio di idee su un tema scelto, “la Fabbrica discute”.
“La Fabbrica lavora” è invece il nome con cui abbiamo battezzato i gruppi di lavoro tematici, all’interno dei quali condividiamo materiali, competenze e proposte. Ogni gruppo si è dato come primo obiettivo di uscire allo scoperto, al di fuori della Fabbrica, con iniziative itineranti in giro per Torino. Per queste occasioni, mirate a “rinarrare” mondi sommersi o distorti, a ricollegare la politica alla vita, abbiamo scelto “la Fabbrica racconta”.
Si è cominciato a fine giugno con “Scendi! Le sedie contro la crisi”, un’iniziativa pubblica in cui si invitavano gli abitanti del quartiere Vanchiglia a scendere in piazza con una sedia, per partecipare a una serata di musica e discussione sullo stato di crisi economica dell’Italia, sulla manovra finanziaria e i suoi effetti a Torino e in Piemonte, sullo sciopero generale della CGIL, su Pomigliano e le conseguenze dell’accordo sui diritti dei lavoratori.
Due settimane fa, con “Scendi! Le sedie per l’istruzione e la ricerca”, siamo andati a parlare di scuola e università in Barriera di Milano, un quartiere popolare con una significativa presenza di immigrati, uno spazio in cui la retorica xenofoba della Lega ha recentemente trovato un terreno fertile, nutrendosi del disagio, della paura e della rabbia delle persone. Abbiamo invitato insegnanti, precari, studenti, genitori e ricercatori tra i banchi del mercato del sabato, a portare una voce diversa, suscitando perplessità e diffidenza, ma anche curiosità e un interesse insperato. A giornata conclusa ci è parsa evidente l’importanza di non abbandonare quel luogo, e altri come quello, di tornarci con regolarità e “adottarlo” come “l’Angolo delle Fabbriche di Nichi”, nella convinzione che non si tratti solo di una battaglia simbolica o a scopo elettorale, ma di un’opportunità per ristabilire dei legami perduti, per rimettere al centro quella che viene liquidata come periferia.
Il 13 novembre ci troveremo al mercato delle pulci del Balôn, nell’unica zona del centro di Torino ancora avvertita come critica e pericolosa. Ci andremo per parlare della Moschea della Pace, il cui trasferimento in una struttura finalmente idonea incontra ancora l’opposizione dei consiglieri comunali della Lega. Il senso dell’iniziativa, “Scendi! Le sedie per l’integrazione e la libertà di culto” – anch’essa concepita solo come inizio di un percorso di elaborazione -, è quello di offrire una “narrazione” alternativa a quella basata sulla paura e il pregiudizio. Questo sarà lo spunto per discutere insieme alla gente del quartiere di pluralismo religioso, laicità e diritti delle minoranze con esperti, studiosi ed esponenti delle comunità presenti sul territorio cittadino.
“La Fabbrica incontra” è il momento in cui invitiamo figure pubbliche, intellettuali, persone che rappresentano un punto di riferimento per la nostra elaborazione politica. Il 5 novembre incontreremo te. Abbiamo invitato alcune persone a rivolgerti delle domande e offrire i loro contributi con degli spunti su diritto allo studio, lavoro, università e ricerca, legalità, integrazione, periferie, ambiente.
Il nostro lavoro continua, con cantieri vecchi e nuovi: la Fabbrica prossimamente discuterà, lavorerà, incontrerà e racconterà “patriarcato e questione di genere”, “spesa pubblica”, “sicurezza e lavoro”.
Ci auguriamo che da noi tu ti possa sentire a casa, nonostante la nebbia del settentrione, e che sia l’inizio di un percorso comune, nella speranza che anche tu possa trovare ricchezza nel nostro lavoro, così come noi ogni giorno troviamo slancio e stimolo nella tua vita attiva.
Un abbraccio,
siamo molto emozionati e curiosi all’idea di incontrarti e di parlare con te.
Ti scriviamo queste righe per presentarci e dirti qualcosa di noi.
Ci sentivamo dei binari interrotti.
Alcuni di noi avevano rimosso esperienze anche lunghe di impegno, relegate tra i ricordi di entusiasmi adolescenziali, si erano lasciati convincere da una trita e fuorviante retorica dell’adultità.
Altri avevano continuato, accompagnati però dall’amarezza di chi vive continue delusioni, di chi si scontra con le macchine arrugginite di una politica sempre meno capace di riflettere su se stessa.
Tanti non avevano mai smesso di impegnarsi quotidianamente sul lavoro: nelle scuole, nelle università, nelle associazioni, nelle cooperative, nel terzo settore, luoghi che la politica sembrava aver disertato.
Qualcuno aveva militato altrove, anche in terre politicamente lontane, qualcun altro è alla sua prima esperienza.
Non avevamo perso le parole, ma ne avevamo persa l’eco: ci eravamo abituati a pensare che il lavoro, l’ambiente, la giustizia sociale, la formazione e la ricerca, la cultura, le pari opportunità, fossero temi estromessi definitivamente dal linguaggio pubblico; erano rimasti nelle nostre case e di fronte alle nostre birre, in uno stanco e disilluso privato.
Ci siamo ritrovati, inizialmente confusi ma entusiasti, e abbiamo cominciato a ragionare insieme sulle “parole e le cose” di una politica nuova.
Per non fermarci ad analisi semplicistiche o ideologiche ci è sembrato prioritario superare i confini dello slogan, ricominciare a studiare per capire meglio, lavorare sui concetti espropriati o inariditi partendo dalle esperienze, dalle fatiche e dalle idee di chi tutti i giorni quei concetti li vive. Abbiamo chiamato i nostri momenti di riunione plenaria, dedicati a un primo scambio di idee su un tema scelto, “la Fabbrica discute”.
“La Fabbrica lavora” è invece il nome con cui abbiamo battezzato i gruppi di lavoro tematici, all’interno dei quali condividiamo materiali, competenze e proposte. Ogni gruppo si è dato come primo obiettivo di uscire allo scoperto, al di fuori della Fabbrica, con iniziative itineranti in giro per Torino. Per queste occasioni, mirate a “rinarrare” mondi sommersi o distorti, a ricollegare la politica alla vita, abbiamo scelto “la Fabbrica racconta”.
Si è cominciato a fine giugno con “Scendi! Le sedie contro la crisi”, un’iniziativa pubblica in cui si invitavano gli abitanti del quartiere Vanchiglia a scendere in piazza con una sedia, per partecipare a una serata di musica e discussione sullo stato di crisi economica dell’Italia, sulla manovra finanziaria e i suoi effetti a Torino e in Piemonte, sullo sciopero generale della CGIL, su Pomigliano e le conseguenze dell’accordo sui diritti dei lavoratori.
Due settimane fa, con “Scendi! Le sedie per l’istruzione e la ricerca”, siamo andati a parlare di scuola e università in Barriera di Milano, un quartiere popolare con una significativa presenza di immigrati, uno spazio in cui la retorica xenofoba della Lega ha recentemente trovato un terreno fertile, nutrendosi del disagio, della paura e della rabbia delle persone. Abbiamo invitato insegnanti, precari, studenti, genitori e ricercatori tra i banchi del mercato del sabato, a portare una voce diversa, suscitando perplessità e diffidenza, ma anche curiosità e un interesse insperato. A giornata conclusa ci è parsa evidente l’importanza di non abbandonare quel luogo, e altri come quello, di tornarci con regolarità e “adottarlo” come “l’Angolo delle Fabbriche di Nichi”, nella convinzione che non si tratti solo di una battaglia simbolica o a scopo elettorale, ma di un’opportunità per ristabilire dei legami perduti, per rimettere al centro quella che viene liquidata come periferia.
Il 13 novembre ci troveremo al mercato delle pulci del Balôn, nell’unica zona del centro di Torino ancora avvertita come critica e pericolosa. Ci andremo per parlare della Moschea della Pace, il cui trasferimento in una struttura finalmente idonea incontra ancora l’opposizione dei consiglieri comunali della Lega. Il senso dell’iniziativa, “Scendi! Le sedie per l’integrazione e la libertà di culto” – anch’essa concepita solo come inizio di un percorso di elaborazione -, è quello di offrire una “narrazione” alternativa a quella basata sulla paura e il pregiudizio. Questo sarà lo spunto per discutere insieme alla gente del quartiere di pluralismo religioso, laicità e diritti delle minoranze con esperti, studiosi ed esponenti delle comunità presenti sul territorio cittadino.
“La Fabbrica incontra” è il momento in cui invitiamo figure pubbliche, intellettuali, persone che rappresentano un punto di riferimento per la nostra elaborazione politica. Il 5 novembre incontreremo te. Abbiamo invitato alcune persone a rivolgerti delle domande e offrire i loro contributi con degli spunti su diritto allo studio, lavoro, università e ricerca, legalità, integrazione, periferie, ambiente.
Il nostro lavoro continua, con cantieri vecchi e nuovi: la Fabbrica prossimamente discuterà, lavorerà, incontrerà e racconterà “patriarcato e questione di genere”, “spesa pubblica”, “sicurezza e lavoro”.
Ci auguriamo che da noi tu ti possa sentire a casa, nonostante la nebbia del settentrione, e che sia l’inizio di un percorso comune, nella speranza che anche tu possa trovare ricchezza nel nostro lavoro, così come noi ogni giorno troviamo slancio e stimolo nella tua vita attiva.
Un abbraccio,
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