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DDL Gelmini - Protesta a Torino - Ricercatori e 100 Autori

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Messaggio Da Admin Sab Nov 27, 2010 2:02 pm



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Messaggio Da valerio peverelli Lun Nov 29, 2010 10:32 am

Per fare un po' di chiarezza sulla situazione dei precari dell'università allego un comunicato di una delle loro reti sui più recenti sviluppi (e sul divide et impera praticato da una parte dei futuristi):

"Né Futuro e Libertà, né il governo hanno mai proposto assunzioni di precari!

Sulla parte più distratta della stampa nazionale e nelle dichiarazioni di esponenti politici poco informati o in aperta malafede, continuano a trovarsi mistificanti affermazioni su un'inesistente trattativa fra Futuro e Libertà e il resto della maggioranza per l'assunzione di 4.500 precari.

In realtà, le 4.500 posizioni da professore associato richieste dai futuristi non sono in alcun modo destinate all’assunzione di precari, ma ad avanzamenti di carriera di ricercatori a tempo indeterminato.

Siamo naturalmente convinti della piena legittimità di tutte le richieste di concorsi che garantiscano concrete possibilità di sviluppo di carriera per il personale già assunto e di assunzione per i lavoratori precari, ma non possiamo non rimarcare come in realtà nessuna proposta di intervento in favore dei precari universitari sia mai stata avanzata da Futuro e Libertà, dal Governo o da qualsivoglia partito della maggioranza. Anzi, tutti i provvedimenti contenuti nel DdL Gelmini avranno l'effetto di allontanare indefinitamente ogni prospettiva di stabilità per gli attuali e futuri precari e di elevare oltre i 40 anni l'età media di accesso alle posizioni stabili dell'università.

Poiché il nostro precedente comunicato sull'argomento non è stato evidentemente d'aiuto per i politici e per i giornalisti meno informati, rammentiamo che nelle università italiane attualmente lavorano 26.000 ricercatori a tempo indeterminato, destinatari degli avanzamenti a professore associato richiesti da Futuro e Libertà, e circa 60.000 (!) precari della ricerca e della didattica (60.000!) per i quali nessun gruppo parlamentare di maggioranza ha mai proposto nulla.
La scala gerarchica universitaria attuale prevede infatti le tre posizioni di professore ordinario, professore associato e ricercatore a tempo indeterminato. E' evidente a chiunque che i concorsi da professore associato, nel contesto attuale, sono nei fatti destinati alle promozioni degli attuali ricercatori a tempo indeterminato e non all'assunzione dei precari, spesso vittime delle ben note manipolazioni concorsuali, cui il DdL Gelmini riserva invece la non invidiabile scelta fra la disoccupazione e almeno altri 6 anni di precariato.

Per queste ed altre ragioni stiamo partecipando attivamente alle manifestazioni di protesta in corso in tutti gli atenei e nelle strade delle città italiane e continueremo la mobilitazione fino al definitivo ritiro di questo DdL che, assieme al collegato sul lavoro e a tanti altri provvedimenti della maggioranza, disegna per i giovani italiani un futuro di precarietà disperata e senza diritti.

Coordinamento dei Precari della ricerca e della docenza - Università (CPU)
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/

29 Novembre 2010"

Aggiungo due cose:
Per la Gelmini questa è la protesta dei Baroni, ma la riforma Gelmini loro non li tocca nemmeno con un fiore, anzi.
All'occupazione del tetto di palazzo nuovo di ordinario ho visto solo Allegra, che è passato per un saluto, sul tetto a dormire stavano studenti (pochi), dottorandi, ricercatori precari, e ricercatori strutturati.
Per la Gelmini saremmo "strumentalizzati" e "irretiti" dai partiti di sinistra, ora credo che un ricercatore (percario o strutturato) con più di un decennio di studio alle spalle, laurea, master o dottorato, anni di ricerca all'estero, in grado di parlare 3 lingue come minimo, che ha pubblicato su riviste italiane e internazionali ecc. sia un soggetto che, per semplice inteligenza, ben difficilmente i partiti possono usare per i loro interessi.

Comunque va ribadito che Fini e co. stanno magari tamponando alcuni aspetti del DDL, ma la loro idea di università (autoritaria, d'élite, verticistica) non è né anti baronale, né opposta a quella della Gelmini.
L'unica cosa che davvero propongono è di investire nell'istruzione un po' di più (nemmeno tanto) e di dare un contentino ai Ricercatori strutturati, così magari iniziamo a farci la guerra tra noi nella speranza del posto fisso.

Valerio
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Messaggio Da valerio peverelli Gio Dic 02, 2010 11:13 am

Vittoria?!?!?!?!?!?!?!

Riporto da Repubblica on Line:

"Università, slitta il voto al Senato
In Aula dopo dibattito su fiducia
La decisione presa dalla conferenza dei capi gruppo. Forte l'opposizione delle minoranze contro l'ipotesi di calendarizzazione prima del 14 dicembre. Gelmini ottimista: "Ddl sarà legge entro l'anno"

Università, slitta il voto al Senato In Aula dopo dibattito su fiducia
ROMA - La riforma dell'università sarà discussa in aula al Senato dopo il dibattito sulla fiducia previsto per martedì 14 dicembre: lo ha deciso la conferenza dei capi gruppo. Nel corso della conferenza i gruppi dell'opposizione hanno confermato la loro dura opposizione alla proposta del presidente dei sentori Pdl, Maurizio Gasparri, di approvare la riforma entro la prossima settimana, cioè prima del dibattito sulla fiducia.

Sarà una conferenza dei capi gruppo di Palazzo Madama, convocata per il 14 dicembre, a decidere la calendarizzazione del ddl Gelmini, hanno detto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, e Maurizio Gasparri. È la proposta di mediazione che, spiega Gasparri, è stata fatta "in conferenza dei capigruppo dal presidente Schifani". Quindi, aggiunge, "il 14 decideremo sulla calendarizzazione del provvedimento".

''L'opposizione, per motivi di pura propaganda politica, mette a rischio provvedimenti urgenti e indispensabili per l'università italiana. Senza l'approvazione rapida del ddl non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non saranno banditi nuovi concorsi'', è stato il commento del ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini. ''Sono comunque fiduciosa: il 14 dicembre il governo Berlusconi
incasserà la fiducia del Parlamento e il ddl diventerà legge entro l'anno. Il governo Berlusconi potrà dunque proseguire la sua opera riformatrice
nell'interesse del Paese'', ha concluso."

Per le considerazioni, al solito deliranti, della carissima Gelmini rimando al prossimo intervento.

Comunque Vittoria! forse è troppo presto ma io non scommetterei più nemmeno due lire bucate che il governo di Silvio Bunga Bunga passi il 14 dicembre indenne.

Poi certo se si arriva ad un governo Letta, con Fini, Rutelli e Casini, la riforma, magari con qualche ritocchino qua e la, la ripropongono e la rivotano, bontà loro.
Ma vedrete che si andrà al voto. E la prossima riforma dell'università, che cancellerà un decennio di schifezze, la farà il governo Nichi!

Speruma


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Messaggio Da valerio peverelli Gio Dic 02, 2010 11:21 am

Invio, proprio in risposta al delirio gelminiano (è sempre più brava a mentire, di primo acchito stavo cadendoci anche io) il comunicato del coordinamento nazionale dei ricercatori precari:

"*Le false minacce del Ministro*

Assediato dalle proteste di studenti, precari e ricercatori contro il
DdL, oramai privo di argomentazioni credibili, isolato dal fallimentare
esito della raccolta di firme di professori ordinari (spesso
pensionati!) in suo sostegno e svergognato dalla partecipazione a
trasmissioni radiofoniche che evidenziano la totale ignoranza dei
contenuti del DdL che porta il suo nome, il ministro Gelmini passa ora
direttamente ai ricatti. In una quanto meno irrituale nota del MIUR si
paventano, in caso di mancata approvazione del DdL, presunti blocchi dei
concorsi. A dire del ministro i concorsi da professore sarebbero
bloccati dalla mancata emanazione dei decreti attuativi della legge
Moratti e quelli da ricercatore a causa della scadenza dei regolamenti
concorsuali il prossimo 31 dicembre.

Questo è assurdo. Il compito di emanare i decreti attuativi, tanto della
legge Moratti quanto eventualmente della riforma impostale da Tremonti,
spetta infatti proprio al ministro Gelmini. Cosa intende dire il
Ministro? Che se il DdL non viene approvato terrà bloccati i concorsi
per punire il mondo universitario? Martedì 30 Novembre 2010 a Roma e in
tutte le principali città italiane il Governo ha imposto a manifestanti
e cittadini una militarizzazione dello spazio pubblico senza precedenti,
oggi il Ministro tenta di zittire il dissenso espresso democraticamente
da studenti, ricercatori e precari attraverso vere e proprie minacce.

E cosa dire poi del presunto blocco dei concorsi da ricercatore?
Premesso che in caso di approvazione del DdL sarebbero definitivamente
aboliti per cui non si capisce come mai qualcuno dovrebbe temere il loro
blocco, rammentiamo che la scadenza del 31 dicembre 2010 si riferisce
alle sole norme di composizione delle commissioni e che secondo
l'interpretazione più diffusa questo porterebbe semplicemente al ritorno
alle norme precedenti. Ma anche qualora sia giuridicamente fondata
l'ipotesi di un blocco, per quale ragione il termine di scadenza non
potrebbe essere posticipato attraverso il tradizionale milleproroghe di
fine anno, come già fatto anche nel 2009? Cosa è? Un'altra minaccia?

Sappia, il ministro Gelmini, che non saranno queste intimidazioni, né le
continue violazioni dei più basilari principi della democrazia a fermare
la nostra mobilitazione ferma, pacifica e determinata contro un DdL che
disegna un futuro di precarietà per noi e per le generazioni future e
cancella definitivamente la democrazia negli atenei e il diritto allo
studio in questo paese. In un'università in cui lavorano circa 60000
precari e dalla quale escono per pensionamento quasi 2000 docenti
all'anno, la cancellazione delle poche decine di contratti a tempo
determinato consentiti ogni anno dal DdL e dalla manovra economica di
luglio non è certo una minaccia che possa fermare la nostra protesta.

Coordinamento dei Precari della ricerca e della docenza - Università (CPU)
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/

2 Dicembre 2010"

Anche io non avevo fatto caso che gli scatti concorsuali non dipendono dalla riforma nel suo complesso (che anzi ne abolisce un bel po'), ma solo dalla volontà di questo ministero degli ubriachi e smemorati di inserire la solita proroghetta.
Ma loro, dopo averci accusato di essere Baroni, strumentalizzati da Mazinga Z e quant'altro ora provano a fare un po' di terrorismo.
Ma andate a casa! Le elezioni vi spazzerano via e di voi ci ricorderemo, ridendo, solo della vostra grassa ignoranza, indegnità (morale oltre che professionale) e fantozziana incapacità.
valerio peverelli
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Messaggio Da valerio peverelli Mar Dic 21, 2010 3:15 pm

Solo il 2 dicembre pensavamo già di aver vinto, ed invece...
Per farci sopra dua risate, mentre la riforma sta per essere approvata, posto una satira diffusa dagli Studenti Indipendenti:

Tredici modi non violenti per manifestare contro la Gelmini


Autore: Anacleto Mitraglia

Avendo preso in seria considerazione le riflessioni espresse da Roberto Saviano sul pericolo di degenerazione delle proteste contro la legge Gelmini, ho pensato di proporre agli studenti alcuni metodi non violenti di sicuro effetto per contestare l’approvazione del provvedimento.

Il girotondo temporale
Circondando la zona rossa nel centro di Roma con una catena umana di migliaia di manifestanti ed iniziando un girotondo in senso contrario all’asse di rotazione terrestre, è possibile riportare indietro nel tempo le leggi sulla pubblica istruzione. Il problema è quando fermarsi, perché nel troppo entusiasmo si rischia di tornare a prima della legge Casati, con ovvi effetti negativi sul fronte del diritto allo studio.

La negazione ontologica
E’ il metodo più radicale di contrapposizione politica, che spinge all’estremo la negazione dell’esistente: occorre negare non solo ogni valore ma anche ogni consistenza ontologica alla legge Gelmini, all’attuale governo ed al sistema capitalista nel suo insieme, fino a convincersi che essi semplicemente non esistono. Malgrado sia tacciato di estremismo inconcludente, il metodo è stato adottato nella sua versione positiva (affermazione ontologica) anche dal Partito Democratico, che da tempo sostiene contro ogni evidenza di esistere ed essere di sinistra.

Lo specchietto per le allodole

Prendendo spunto dai noti episodi di Roma, occorre arrivare quanto più possibile vicino al Parlamento ed urlare a squarciagola di fronte ai poliziotti schierati “sono una minorenne, sono una minorenne”; c’è la forte possibilità che il presidente del Consiglio, sentite queste parole, non resista alla tentazione di venire a dare un’occhiata, interrompendo le votazioni ed esponendosi alla giusta ira dei manifestanti.

Quel mazzolin di fiori

Arrivare a Roma con un carico di diecimila profumatissime gardenie da donare ai poliziotti che circondano la zona rossa, attirandosi così la benevolenza dell’opinione pubblica progressista; dopodiché, liberare uno sciame di centomila calabroni affamati, lasciando a loro il compito di liberare le strade di accesso al Parlamento.

La società dello spettacolo

Acquistare trecentomila copie di Gomorra, da bruciare o recitare in piazza a seconda che si condividano o meno le recenti posizioni dell’autore (metodo suggerito dall’Ufficio Reminders della Mondadori).

De te fabula narratur
Contrapporre alla Narrazione del Potere una Narrazione di insussumibile alterità al Codice Dominante, che sappia ricomporre la radicalità dell’Essere sociale così come espresso dall’azione Biopolitica della Moltitudine in un immaginario vittorioso di Eversione dell’Esistente. Nessuno sa cosa significa ma scatenerà nelle assemblee e sui media di Movimento un furioso dibattito che farà dimenticare a tutti cos’è la Gelmini e perché bisognava bloccarla.

Le Trombe di Gerico

Accatastare di fronte alle barriere della zona rossa tutti i sound system delle situazioni occupate italiane, aprendo un bombardamento sonoro di un trilione di watt a base di techno, ska, reggae, rap estremo, etc.; anche se non crolla Montecitorio e rimane qualche celerino in piedi, sarà difficile che le operazioni di voto possano procedere secondo programma.

Il ricatto
Appartarsi in un posto telefonico isolato con una scorta di schede telefoniche e chiamare al cellulare tutti i parlamentari, sussurrando al microfono “la troia ha parlato, so tutto di quell’affare e se ti azzardi a votare la Gelmini spedisco foto e documenti ai giornali, poi sono cazzi tuoi”, quindi buttare giù; la percentuale di successo, dati la qualità dei parlamentari e l’attuale consistenza della maggioranza, sono discretamente alte.

Il nostro agente all’Avana
Dividersi in gruppi di due-tre persone e presentarsi ai varchi della zona rossa brandendo una tessera dell’Atac e un santino con la faccia di Cossiga, grugnendo “sono un collega in borghese, devo portare questo stronzetto teppista in caserma per fargli il terzo grado”; dopodiché sgattaiolare dentro e filarsela per ritrovarsi tutti sotto Montecitorio a protestare.

Protesta globale
Seguendo le leggi della complessità ed il principio del “pensare globale, agire locale”, è stato ipotizzato che la dispersione di cinquecentomila macaoni in Tasmania dovrebbe creare a Roma una potente tromba d’aria che si porterebbe via Montecitorio, palazzo Madama e palazzo Chigi; data l’estrema complessità delle simulazioni metereologiche su base stocastica, c’è una forte probabilità che il tentativo fallisca e si scateni un altro nubifragio sul Veneto. Ma in tal caso, oltre ad aver rotto simpaticamente i coglioni alla Lega, si sarà fornito un lieto diversivo estetico agli aborigeni australiani.

N.I.M.B.Y.
Organizzare a Roma una manifestazione di un milione di persone, che però passano prima per Napoli e si prendono un sacchetto di spazzatura da deporre per protesta davanti alla zona rossa; anche se non ferma la Gelmini, questa opzione ci leva dalle palle un poco di immondizia (metodo suggerito da alcuni compagni napoletani con tendenze opportuniste).

Bleat Block
Detto anche “fronte del piagnisteo”, il Bleat Block agisce piazzandosi in massa davanti agli schieramenti di polizia e salmodiando a squarciagola slogans che, a seconda dell’orientamento politico dei manifestanti, possono ispirarsi alla Bibbia, alla Costituzione o a Mao Tse Tung; si va quindi da “siamo tutti fratelli, anche voi poliziotti siete sfruttati” a “ogni cittadino ha diritto alla libera espressione del suo pensiero” fino a “coi Maestri vinceremo, costruiamo un governo di Fronte popolare”. Malgrado la sua apparente pacificità, il Bleat Block è quello che maggiormente rischia di far degenerare le manifestazioni, perché è difficile che di fronte ad una tale geremiade di cazzate qualche pulotto non perda la tesa e parta una pericolosa carica di silenziamento.

La numero tredici

E’ l’unica praticabile e quella con più possibilità di riuscita; purtroppo nessuno la conosce, perché ognuna delle milioni di persone che vorrebbero cambiare questa baracca ne possiede solo un pezzetto e non c’è verso di metterle tutte insieme per decifrare il messaggio. Inoltre la sinistra istituzionale si oppone al suo utilizzo perché sostiene che il tredici porta sfiga.
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