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libia/Irak/pakistan
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libia/Irak/pakistan
Cosa c'entrano tra loro? vi sento chiedere. C'entra che sono tutti e tre stati finti, creati nel periodo coloniale appiccicando tra loro realtà diverse sotto il profilo storico, tribale, e anche religioso pur nell'ambito islamico. Tenute insieme da un esercito che per molti anni è stata l'unica realtà efficiente del paese, alla guida dei rapporti economici e internazionali. Abbiamo visto cosa è successo in Irak, che non è ancora uscito dalla paralisi politica della contrapposizione tra le comunità sciite, sunnite e curde, e intanto ha rallentato la produzione di petrolio. Adesso è la volta della Libia, che può dividersi in almeno 3 emirati con storie tribali diverse, ciascuno con i suoi colonnelli, le sue armi e la sua mano sul rubinetto del petrolio e del gas.
Attenzione: che da questi paesi arrivi meno gas e petrolio conviene a tutti: ai sauditi, che venderanno più caro il petrolio che a loro costa quasi niente, a chi devasta la costa Ovest del Canada e degli USA per estrarre a caro prezzo dalle sabbie bituminose, al Brasile, alla Norvegia e a quanti sono impegnati nella costosissima e rischiosa estrazione dai fondali profondi, a quanti vogliono ammortizzare i costosi progetti per le nuove generazioni di centrali nucleari, ai produttori delle costose energie alternative. Meno che agli utenti, ma al pianeta conviene che si consumi un po' meno perchè costa troppo...
In Pakistan , non si parla di energia, anche se forse ne potrebbero ricavare da torrenti e fiumi, ma anche lì, se salta l'unità dell'esercito, ci si ritrova con tanti emirati ciascuno coi suoi generali ma anche con le sue atomiche: pericolosissimo.
Sarà in grado l'intelligence USA, che negli ultimi 20 anni ha dato prove miserevoli di incapacità, di affrontare questo nuovo scenario? per di più senza l'arma fondamentale per affrontare le situazioni conflittuali: i soldi?
O sarà la volta che scendono sulla scena mondiale quelli che hanno ancora una riserva di soldi, cioè i cinesi, secondo le loro logiche, che sono prima di tutto l'immenso bisogno di energia, e non quelle cui siamo abituati
Attenzione: che da questi paesi arrivi meno gas e petrolio conviene a tutti: ai sauditi, che venderanno più caro il petrolio che a loro costa quasi niente, a chi devasta la costa Ovest del Canada e degli USA per estrarre a caro prezzo dalle sabbie bituminose, al Brasile, alla Norvegia e a quanti sono impegnati nella costosissima e rischiosa estrazione dai fondali profondi, a quanti vogliono ammortizzare i costosi progetti per le nuove generazioni di centrali nucleari, ai produttori delle costose energie alternative. Meno che agli utenti, ma al pianeta conviene che si consumi un po' meno perchè costa troppo...
In Pakistan , non si parla di energia, anche se forse ne potrebbero ricavare da torrenti e fiumi, ma anche lì, se salta l'unità dell'esercito, ci si ritrova con tanti emirati ciascuno coi suoi generali ma anche con le sue atomiche: pericolosissimo.
Sarà in grado l'intelligence USA, che negli ultimi 20 anni ha dato prove miserevoli di incapacità, di affrontare questo nuovo scenario? per di più senza l'arma fondamentale per affrontare le situazioni conflittuali: i soldi?
O sarà la volta che scendono sulla scena mondiale quelli che hanno ancora una riserva di soldi, cioè i cinesi, secondo le loro logiche, che sono prima di tutto l'immenso bisogno di energia, e non quelle cui siamo abituati
bellavita- Coinvolto
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